mercoledì, luglio 06, 2011

La mia esperienza in Val Susa il 3 luglio 2011

Ho 47 anni e sono un manager del sociale (non amo la parola manager, ma in questo contesto mi serve a riassumere brevemente livello e funzioni). Nel corso degli anni mi sono occupato di trattative sindacali e ho partecipato a tavoli di concertazione regionali, sempre rappresentando la parte datoriale. Attualmente esercito il ruolo di consulente.

Quanto sopra non c'entra nulla con la Val Susa e il TAV, ma è solo per inquadrare la posizione di chi scrive. Non sono un giovane esaltato, non sono un energumeno facinoroso, non sono un "anarco-isurrezionalista", non sono un'attivista e un frequentatore abituale di manifestazioni nè di centri sociali. Sono un cittadino come tanti, incensurato, con un lavoro, che paga le tasse (tutte) e che non ha astio nè timore nei confronti delle forze dell'ordine, in quanto non ha nulla da nascondere.

Quando ho sentito parlare per la prima volta della questione TAV - No TAV, più di 10 anni fa, non capivo l'opposizione e l'ostilità nei confronti di una ferrovia, la prima reazione è stata "ma insomma che vogliono questi valsusini? (dimenticavo, non sono nemmeno della val susa) perché non vogliono una linea ferroviaria?". Volevo capire. Quindi ho cominciato a leggere e a informarmi e nel corso degli anni la mia opinione è radicalmente cambiata.

Ora sono contrario al TAV, principalmente, a prescindere dai diritti delle popolazioni della Val Susa di difendere la propria salute e il proprio territorio, perché mi sono convinto che sia un enorme ed inutile sperpero di denaro pubblico, utile solo a far arricchire le cricche degli appalti. Non starò qui a dibattere sui pro e i contro, i documenti e le opinioni degli esperti si possono tranquillamente trovare in rete, se si è interessati ad approfondire la questione.

Domenica 3 luglio, non avevo nessuna voglia di alzarmi presto ed andare in Val Susa, avrei preferito starmene a casa a riposare, dedicarmi ai miei passatempi, ma mi son detto che non ci si può sempre indignare per gli sprechi e la corruzione, per i tagli e l'aggravio delle imposte, e poi non far niente quando è il momento di far sentire il proprio dissenso. Quindi ho messo la sveglia e mi sono fatto i 70 km che mi separano da Chiomonte e sono andato alla manifestazione, per essere uno in più e per documentare la cosa con la mia fotocamera.

Posso solo parlare di quello che ho visto in prima persona, ma molti altri documenti, fotografici e video, sono disponibili in rete per chi si vuole informare in maniera indipendente, e non vuole credere supinamente alla versione della maggior parte dei quotidiani e dei tg, che, almeno in base alla mia esperienza, sono strumentali e poco attendibili.

La prima cosa che mi viene da sfatare è la contrapposizione tra la parte "buona", pacifica, della manifestazione e i violenti "black block". Io questo non l'ho visto. Ho visto decine di migliaia di persone decise a difendere i propri diritti e le proprie idee, chi in maniera più dialettica, chi in maniera più radicale, ma senza questa contrapposizione netta. Ho sentito anziani valsusini, commentare gli scontri che seguivano a distanza con frasi del tipo "è la polizia che carica?" "no, sono i nostri che avanzano"; questo per far capire quanto partecipata e sentita fosse la protesta a tutti i livelli, e quanto la vistosa presenza di polizia e carabinieri, con la chiusura di molte strade e la militarizzazione di un'ampia area di fondovalle, sia invisa ai valligiani. Ho letto sui giornali che, quando sono cominciati gli scontri, la parte pacifica della manifestazione, la gran parte, gridava VERGOGNA, VERGOGNA all'indirizzo di pochi violenti black block. E' falso. La gente gridava sì vergogna, ma all'indirizzo della Polizia e dei Carabinieri, che sparavano una gran quantità di lacrimogeni e molti ad altezza d'uomo, addosso ai ragazzi che cercavano di forzare la recinzione.

Ora, può essere che forzare una recinzione non sia un'azione lodevole, e nemmeno legale, ma dubito che questo si possa interpretare come un'aggressione fisica, come un tentato omicidio addirittura, e dubito che giustifichi una reazione come quella che ho visto.

Ho visto volare anche pietre e bottiglie, non so dire se piene o vuote, sicuramente non molotov perché non ho visto nessuna fiammata o esplosione, qualche razzetto, tipo fuoco d'artificio, questo si. Ho sentito gente che urlava, non tirate, lasciate perdere, ma è chiaro che quando si scaldano gli animi la situazione sfugge di mano. Quello che non ho visto, è la guerriglia organizzata che è stata descritta dai media, qualche ragazzo un po' più scalmanato semmani, che mi pareva facesse più scena che altro.

Non approvo la violenza come metodo di protesta, anche se mi rendo conto di come possa scaturire da certe situazioni, ma in ogni caso, credo che le forze dell'ordine dovrebbero essere composte da professionisti addestrati, tanto all'azione quanto all'autocontrollo, e a rispondere in modo dissuasivo, ma commisurato alla natura dell'attacco che subiscono, tutelando ANCHE l'incolumità dell'aggressore, almeno fintanto che questo non pregiudica la propria.

Ora, se una forza armata ed equipaggiata in assetto antisommossa (con caschi, scudi ed armature di protezione) è schierata dietro a tre ordini di barricate, e dei ragazzi (seppur muniti di maschere antigas - io non l'avevo e me ne sono pentito) iniziano a tentare di smantellare la prima linea di recinzione, non mi pare che questa si possa considerare un'aggressione che metta a repentaglio l'incolumità, e che giustifichi lo sparo di lacrimogeni ad altezza d'uomo, direttamente addosso, come ho visto fare in prima persona, e come è possibile vedere su svariati video in rete. E questo nemmeno se ti tirano qualche pietra, dal momento che sei equipaggiato in maniera da non subire danni, se non minimi. (Si è parlato di 200 feriti tra le forze dell'ordine, mi dispiace per loro e non lo giustifico, sia chiaro, ma vorrei sapere: feriti di che entità? Perché se io vado a vedere il registro infortuni della ditta per cui lavoro, che gestisce case di riposo, trovo un numero di infortuni che pare una fonderia, una miniera di carbone cinese, salvo poi che il più grave è uno stiramento lombare nel movimentare erroneamente un ospite.)

Dicevo prima che ho visto volare qualche bottiglia, non so se vuota o piena di cosa. Ma ipotizziamo che queste bottiglie fossero davvero pericolose, se così fosse, come mai quando non si rompevano i poliziotti, come ho visto fare e documentato fotograficamente, le raccoglievano e le rilanciavano ai manifestanti? Le forze dell'ordine si dovrebbero difendere SENZA mettere a rischio l'incolumità dei dimostranti. Nemmeno dei loro aggressori, finché ciò è possibile. Questa è la differenza tra le "forze dell'ordine" di una democrazia civile e le milizie di uno stato di polizia.

Inoltre la difesa dei beni materiali non giustifica il rischio di causare un danno fisico. Questo dice l'etica e la giurisprudenza. Se un ladro entra in casa mia, non gli posso sparare, a meno che lui non stia cercando di uccidermi. Se vedo uno che scavalca la mia recinzione non posso dargli una botta in testa, o aizzargli contro il cane. Lui verrebbe processato per tentato furto o violazione di proprietà privata, io per aggressione o tentato omicidio, e sono questi i reati più gravi, quelli contro le persone, non quelli contro il patrimonio. Questo dice la legge.

Ho sentito dire da alcuni manifestanti, più avvezzi di me a queste esperienze, che venivano lanciati anche gas altamente tossici, proibiti dalle convenzioni internazionali e molto dannosi per la salute. Non sono documentato in proposito e non so se questo sia vero. Certo è che anche io ho notato due differenti tipi di lacrimogeni, gli uni con un fumo meno denso e un'azione più blanda, fastidiosa ma solo sul momento; gli altri con un fumo molto più denso, urticante per le vie respiratorie e per gli occhi, con effetti duraturi, anche dopo l'eposizione. Non essendo un "professionista" dell'insurrezione, non ero equipaggiato in alcun modo, e quando mi sono trovato esposto a questo gas, mentre mi ero avvicinato per cercare di fotografare quanto avveniva, ho cercato di difendermi con un fazzoletto bagnato ma dopo un attimo sono stato costretto a scappare, quasi acciecato e con il viso che bruciava come se lo avessi strofinato con le ortiche.

Sono stato soccorso da una ragazza vestita di scuro, che veniva da Pisa (una dei terribili black block?), che mi ha dato del limone da sfregare sugli occhi e una soluzione biancastra (forse maalox) con cui sciacquarmi il viso, che mi ha dato sollievo. La ringrazio anche ora di cuore.

Per essere sincero devo dire che io ho seguito il corteo autorizzato e ho assistito agli scontri alla centrale idroelettrica sotto Chiomonte, non al fronte più caldo del museo archeologico. Non posso dire quindi cosa è successo in quella zona. Può essere che ci fosse un attacco più organizzato, più duro, ho sentito degli scoppi (a distanza) che forse potevano essere le bombe carta, non saprei dire.

Inoltre ho sentito urlare una mole di insulti nei confronti dei poliziotti e dei carabinieri schierati, e ho pensato che non fosse molto giusto in quanto si trattava di persone, che fino a quel momento, avevano la sola colpa di essere stati mandati li da chi ci governa. Ma per quanto mal pagati e per quanto possa comprendere l'amarezza che possono aver provato, dovrebbe trattarsi comunque sempre di professionisti, addestrati anche a sopportare le provocazioni, a mantenere l'autocontrollo. Ritengo invece, anche dai video che ho potuto reperire in rete (e che sono molto chiari, a differenza di quello diffuso dalla Digos che è un'animazione di immagini statiche) che il comportamento delle forze dell'ordine non sia stato esemplare e senza eccessi, così come dichiarato dal ministro Maroni (che è un esperto in quanto uso mordere i polpacci dei poliziotti), ma una rezione violenta e non commisurata alla gravità dell'aggressione subita. Una reazione degna di miliziani, non di tutori dell'ordine professionali.

Non posso non pensare che questa vicenda non abbia inquietanti similitudini con quanto avvenuto alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto, anche allora si era parlato di aggressioni organizzate, di molotov e depositi di armi rinvenute; ora è stato appurato che era tutta una gigantesca montatura, che coinvolgeva a tutti i livelli, istituzioni e forze di polizia.

Paolo Santoné

Le mie foto della giornata su flickr