lunedì, dicembre 19, 2005

Torino 17.12.2005 manifestazione No TAV

Sindaci italiani e francesi insieme alla manifestazione di Torino


Dicono che coloro che sono contro il TAV soffrono della sindrome NIMBY (Non In My Backyard, ovvero non nel mio cortile...), che starebbe a significare che si preoccupano solo perché i lavori vengono fatti a casa loro, mentre gli andrebbe benissimo se fossero fatti da qualche altra parte.
La realtà è esattamente l'opposo, cioè che tutti noi soffriamo della sindrome INIMBY (IS not in my backyard), cossicchè non ci informiamo e non ci preoccupiamo delle cose finché non ci toccano da vicino...

Beppe Grillo al parco della Pellerina

Nessuno potrebbe bersi le bugie del governo che sostiene "più treni meno tir" se si fosse preso la briga di informarsi su come stanno veramente le cose, come insigni esperti, tra cui il Prof. Marco Ponti del politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti mondiali di economia dei trasporti, hanno diffusamente spiegato in interviste su periodici e televisioni.
Ma tanto chi se ne frega "is not in my backyard"...
Ma le conseguenze di questo nuovo spreco faraonico, insieme a quello del ponte sullo stretto, le pagheremo tutti, non solo i vasusini e i piemontesi.

Marco Paolini
50.000 persone (tutti black block??)
Ed eccoli infine i black block.

venerdì, dicembre 09, 2005

Val di Susa sotto assedio

Non sono certo un attivista. Normalmente mi accontento di andare in canoa e non amo la politica in genere, con il suo corollario di ipocrisia e falsità di convenienza, benché certamente mi identifichi più con le posizioni della sinistra che con quelle della destra, e meno che mai con quelle della destra demagogica e pelosa di Berlusconi, disprezzate anche dalla destra illuminata europea.

La ragione che mi spinge a scrivere queste righe è la quantità di false informazioni che circolano in questi giorni sui telegiornali in merito alla vicenda TAV.

Inizialmente pensavo che l'opera fosse da fare; superficialmente mi ero bevuto tutte le storie sul restare fuori dall'Europa (incredibile come l'Europa che il governo vede come una spina nel fianco quando gli fa le pulci sui conti pubblici, diventi così importante quando si tratta di difendere gli interessi derivanti da appalti migliardari...), sul traffico su gomma che sarebbe passato su rotaia ecc...

Quello che mi ha fatto cominciare a interessarmi più approfonditamente dell'argomento è stato l'assalto, in piena notte, con pestaggi di stile squadrista, ordinato dal minstro Pisanu e diligentemente operato dalle “forze dell'ordine” ai danni dei manifestanti che presidiavano il cantiere di Venaus; non anarcoinsurrezionalisti antagonisti, come cercano di farci/farvi credere, ma cittadini di una valle, assediata dalla polizia e espropriati del diritto di muoversi liberamente sulla propria terra.

Ah bisognava ripristinare la legalità, perchè i no tav occupavano obusivamente il cantiere? Può darsi, peccato che il cantiere sorgesse su terreni espropriati ai legittimi proprietari e che gli occupanti non abbiano opposto resistenza, ma siano stati comunque abbondantemente picchiati... sindaci e donne compresi...

Allora ho cominciato a documentarmi... e ho scoperto, tra le altre cose: che l'attuale tratta della Torino-Lione è praticamente in disuso... che alcune delle imprese che dovrebbero realizzare i lavori appartengono alla famiglia di Lunardi... che la stima del traffico merci che serebbe dirottato da gomma a rotaia è inferiore all'1%... che l'opera sarebbe pronta tra 20 anni, e nel frattempo?... che la trapanazione delle montagne facilmente provocherebbe, come è successo in opere analoghe, il prosciugamento delle falde acquifere, oltre ai problemi legati ad amianto e uranio... che le temperature nei tunnel sarebbero così alte da creare problemi di esercizio ai convogli... che insigni economisti sostengono la non convenienza del progetto in ragione dei costi elevatissimi (mentre sugli altri treni italiani ci sono le zecche e disservizi che tutti conosciamo...)... che l'equivalente tunnel sotto la manica è praticamente inutilizzato... ecc... ecc...

Ma quello che mi preme sottolineare qui non sono le ragioni pro o contro la TAV, ma le incredibili distorsioni della realtà che i media ci propinano... Ieri si è tenuta una grande manifestazione in Val di Susa, in cui circa 50.000 persone hanno rioccupato il cantiere e riaffermato il loro diritto a circolare liberamente per la valle. Per la cronaca sappiate che se aveste un amico o una fidanzata a Venaus, non potreste andarli a trovare... perchè lì possono andare solo i residenti...

Non ho partecipato alla manifestazione... ma ho seguito la diretta per radio... ho sentito le voci della gente, compresi molti sindaci...

Ci sono stati di nuovo scontri con la polizia, che ha cercato di impedire l'accesso del corteo a Venaus... i manifestanti, con i sindaci in testa, si limitavano a fare pressione sui cordoni della polizia, e sono stati accolti a manganellate, indiscriminatamente... certo che poi gli animi si sono esasperati e sono volate arance, sedie... e alla fine anche pietre...

Ma su tutti i TG hanno affermato che gli incidenti sono stati provocati da attivisti dei centri sociali, gruppi antagonisti, confluiti da tutta italia per attaccare le forze dell'ordine.

Peccato che dalle immagini trasmesse alla televisione si vedesse benissimo che non era così... un gruppetto di ragazzi cercava di difendersi dalle manganellate riparandosi dietro a un cartellone pubblicitario, a mani nude...

Ma se voi doveste partire per scontrarvi con uno squadrone in assetto antisommossa, per sprovveduti che siate, non vi mettereste almeno un casco? Delle gomitiere, delle ginocchiere, qualche protezione... per lo meno per ripararvi dalle botte, se proprio non voleste munirvi di spranghe e bastoni... E invece no... quei tremendi anarcoinsurrezionalisti se ne stavano lì, a capo scoperto, cercando di ripararsi con le braccia dalle manganellate...

E ancora la televisione ha affermato che ci sono stati 17 contusi tra le forze dell'ordine, completamenete equipaggiate in assetto antisommossa (scudi, caschi, manganelli, protezioni...) e 2 tra i manifestanti, completamente non equipaggiati... sono tutti rambo questi antagonisti... sono così cattivi che solo digrignando i denti mandano i poliziotti all'ospedale?? mah...

Ed ecco in queste foto, che ho scaricato dal sito www.notav.it alcuni di questi terribili anarchici antagonisti...

come la professoressa Nicoletta Dosio, insegnante in una scuola di Susa, a cui una mangallata ha spaccato il naso... o questi sindaci con la fascia e i gonfaloni dei comuni.... o questi valligiani anzianotti con la panzetta (terribili in un corpo a corpo)...

Giudicate gli eventi come volete... non dovete necessariamente essere della mia opinione, ma almeno non credete a tutte le palle inverosimili che cercano di farci credere.

Spero che non si verifichino ancora eventi che mi spingano a scrivere di questi problemi piuttosto che di canoa, natura, o fotografia.

PS: per approfondire le ragioni per cui il TAV è antieconomico e inutile si veda questo link al blog di Beppe Grillo.

Per approfondimenti:
www.tav.it
www.notav.it
www.notavtorino.org
Intervista con il Prof. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino
Articolo del Prof. Marco Ponti del Politecnico di Milano

giovedì, settembre 29, 2005

La mia montagna

La Vaccarezza è la montagna sulle cui pendici sorge casa mia. La posso vedere dal balcone, dal prato, dalla strada tornando a casa, come una specie di nume tutelare, di gigante buono che abbraccia le vallate che si sviluppano dalle sue propagini.

Ricordo la nostalgia con cui la guardavo dalla collina di Torino quando ero andato a vivere in pianura, nella nebbia del buco di culo del mondo.

La vaccarezza in autunno dal mio prato.


anche con il cielo cupo è sempre meravigliosa.


C'è una strada sterrata che porta fino all'alpeggio della Cialma. E' una bella e tosta gita di MTB. Io che non ho le gambe, e nemmeno la MTB se per questo, mi accontento di arrivare in macchina fin dove riesco (a seconda delle stagioni) e poi a piedi.

Dalla Cialma nelle limpide giornate invenali si può godere di questa meravigliosa vista sull'arco alpino occidentale.

la pianura è annegata nella nebbia mentre quassù splende il sole, che goduria!


mercoledì, settembre 07, 2005

Norvegia 2005 4° e ultima puntata

Il pomeriggio dello stesso giorno ci mettiamo in marcia in direzione di Otta per portarci sulla Sjoa, su cui arriviamo in serata.
Ci accampiamo all'imbarco della Sjoa alta, in un posto molto bello ma freddo. Il boyscout Uguzzo ha di nuovo preparato il falò e nonostante si finisca di cenare che è quasi mezzanotte bisogna comunque accenderlo e passarci una mezz'ora intorno sennò fa i capricci...

Nonostante il freddo me la passo bene nella mia 2seconds, ampiamente promossa in questa vacanza.
Confermo il giudizio positivo del nonno e di uguzzo. Anzi secondo me questa tenda vale molto di più di quanto costa: l'isolamento termico non è male, la praticità assoluta, e mi ha veramente salvato la vacanza, permettendomi quel minimo di privacy senza troppi sbattimenti. Altrimenti avrei dovuto dormire in furgone con lo svizzero e Michele di Parma (il quale usava il sacco della spazzaturea come cuscino!)... Accendo un cero a santa Quechua...

L'indomani il Baldo parte lasciando tutti con un palmo di naso, specie il sottoscritto che contava di essere riportato dove era stato prelevato..., meno male che Roberto e Cristina abitano dalle parti dove avevo lasciato la macchina e si sono offerti di portarmi loro a destinazione, sennò dovevo farmi da Rivera (Svizzera) a Fiondi (Alessandria) con kayak e attrezzatura, tenda, due borse, pc e macchine foto...

Comunque è giorno di Sjoa: io speravo di fare il tratto basso, Amot canyon che non ho ancora fatto, su cui si imbarcano Uguzzo, Steve e Cristiano, e Alberto; ma non si può averle tutte vinte. La svizzero e Roberto decidono di fare il tratto alto e siccome sono con loro...

Quindi ci si divide, loro su Amot e noi sulla upper. Il tratto l'avevo già fatto l'anno scorso e mi ricordavo un mega rapidone (5° +) che avevo fatto solo io in C1 (vedi report Norvegia 2004). Il tempo è brutto e sono già appagato dalla discesa della Rauma, quindi non ho molta voglia di cercarmi grane... ma quando arriviamo lì...
scopriamo una via pulita che evita di centrare in pieno il primo buco, quello che mi aveva flippato l'anno scorso, vabbè mi imbarco.
Anche se l'ho già fatta sono comunque cazzi, perché tutto il fiume si stringe in un passaggio di pochi metri (saranno 50/60 mcs) e poi c'è una soglia che non si deve assolutamente prendere in mezzo perché fa un mega ritorno improteggibile.
In ogni caso va tutto bene e complice la nuova linea passo molto meglio dello scorso anno. Rimango stupito anzi da come tutto vada liscio sulle bananone della strettoia: la mia mamba plana sulle onde leggera come il pennello di una gheiscia sulla carta di riso (ma da dove mi vengono?).
Poi è il turno di Andreas che passa anche lui senza problemi.

Subito dopo ci sarebbe lo sbarco, ma Roberto, Michele ed il sottoscritto decidono di proseguire fino allo sbarco successivo: una bella galoppata di 10 km di 3°-4° ondoso, tutto a vista ma con alcune belle rapide potenti.

Andreas sul rapidone della upper Sjoa


E' l'ultima discesa per noi, il gruppo si divide: lo svizzero e Michele vogliono fermarsi fino a venerdì Roberto, Alberto e Patrik propongono di mettersi sulla via del ritorno e visitare qualcosa strada facendo, a me sta bene perché voglio vedere il museo di Munch ad Oslo.

Arriviamo alla periferia della capitale in serata.
Trovare un posto in cui accamparsi dalle parti di Oslo non è facile. Arriviamo ad un campeggio, dove ci accoglie un gestore antipaticissimo, strapieno e carissimo. Patrik, Alberto e compagne decidono di fermarsi, Roberto, Cri ed io ci accampiamo vicino a un campo sportivo. Pazienza rimanderò la doccia ancora per qualche giorno...

Il giorno dopo facciamo i turistazzi: visita al museo vichingo, interessante e soprattutto al meraviglioso museo di Munch. I suoi quadri sono in grado di suscitare emozioni fortissime; trasudano angoscia a disperazione, ma anche un torbido, decadente erotismo.

Vicino al museo c'è un quartiere abitato quasi interamente da indiani e musulmani, con tutti i loro negozi, botteghe e ristorati: mangiamo un ottimo kebab con riso bashmati in un locale gestito da pakistani, non è tipicamente norvegese ma per fortuna nemmeno i prezzi lo sono... Un bel contrasto comunque tra l'architettura nordica e i negozi che vendono sari e altro abbigliamento di foggia indiana o mediorientale.

Le navi vichinghe di Oslo


Roberto e Cristina nella kebbabberia


Tipica kebbabberia norvegese


L'ingresso del Munch Museet


Un giretto di shopping nel centro di Oslo e la sera stessa ci trasferiamo in Svezia.
Pernottiamo in un parcheggio sull'autostrada e il mattino successivo prendiamo il traghetto Helsinborg - Helsingor. Quì visita al locale castello e museo (dicono di Amleto mah?), qualcosa non male ma nel complesso un po' una palla.
In serata puntata lampo a Copenaghen, dove lasciamo Patrik e Judit che hanno ancora qualche giorno di ferie. Ultimo traghetto fino a Puttgarden e poi una tiratona di un giorno intero fino in Italia. Game over, sigh!

Scorcio di Oslo


Tramonto svedese


Scorcio di Copenaghen


Un ringraziamento a Roberto e Cri che mi hanno invitato a dormire a casa loro e mi hanno poi accompagnato alla voiture.

lunedì, settembre 05, 2005

Norvegia 2005 3° puntata

Martedì 16 ci vede alzarci a un'ora vergognosa: nel giro di una settimana l'ora media di risveglio si è spostata dalle 8 alle 10.30...

Dopo lauta colazione e adempimenti di funzioni fisiologiche varie inizia la discussione su che tratto scendere.
Il Baldo vorrebbe fare l'Ulva, che aveva già fatto bel '98, e che dice essere bellissimo, ma l'acqua non sembra molta, io vorrei fare la Rauma che ho visto essere bellissima; capisco di avere qualche chanche perché il Baldo non l'ha mai fatta, quindi è tentato dallo smarcamento... dopo breve operazione di proselitismo la spunto e ci dirigiamo all'imbarco dell'Upper Rauma. Il giorno prima non ho pagaiato quiandi sono caldo.

Ci imbarchiamo al fondo di un classico lago e poco dopo il fiume rivela la sua natura, passaggioni ripidi e volumosi alternati a placidi tratti lagosi anche molto lunghi. L'acqua è meravigliosamente verde nei laghi e meravigliosamente spumeggiante in rapida.

La prima rapida che ci fermiamo a guardare è una lunga strettoia in cui tutto il fiume si comprime in uno scivolo e due buchi successivi (4° + / 5° -). Rompo gli indugi e la passo senza problemi. Seguono tutti gli altri con più o meno fortuna: Andreas si esibisce in un fantastico loop in stile anni 80, Steve finisce nel mortone tra i due buchi e tribola un po' ad uscirne, nel complesso nessun problema serio.

Eccomi all'ingresso della strettoia


Uguzzo alla strettoia


Il loopone di Andreas


Uguzzo e Alberto alla sicura


Altro passaggio significativo è un bel dislivellone che occupa tutto il fiume in larghezza. Baldo fa strada su una soglia di roccia da cui si può boofare di sotto.
C'è però un canale a 45° che scende dall'altra parte e in cui si concentra la maggior parte dell'acqua. Mi sembra assurdo scendere sulle pietre in fiume così ricco d'acqua (quando ho cominciato si insegnava ancora a evitarle), l'unico problema è che lo scivolo finisce in un bel bucone... dopo una rapida consultazione io e Uguzzo decidiamo di tentare e aspettiamo che chi è già sceso si posizioni a valle con una corda, si sa mai...
Parto per primo e imbocco il canale accelerando lungo lo scivolo, all'arrivo scarico un po' la punta e volo direttamente oltre il ritorno. Non ho ancora visto il filmato, ma Ugo che mi ha seguito a ruota è rimbalzato con la punta ad almeno un metro di altezza sulla schiuma del ritono, come si vede nei video americani. Strafigata!!

Belli caricati dal successo arriviamo poco dopo alla rapida clou del tratto detta two drops. Si tratterebbe di due salti intervallati da un tratto di rapida. Il primo stretto sul ramo di sinistra e il secondo un bel saltone a ventaglio di

circa 6 mt da affrontare a dx perché a sx è chiuso dalla parete di roccia e potrebbe nicchiare.
Se nonchè ormai siamo sul ramo di dx. Mi sembra di vedere una linea possibile anche quì: tutto a sx sul primo scivolo, poi curva a dx sfiorando la caduta del primo salto e poi giù strait down sulle due soglie della rapida e tutto a dx puntando un dente di roccia sul saltone finale.
Sono in giornata, passo la macchina foto a Steve, Andreas alle riprese, un paio piazzati con la corda prima del salto e mi imbarco.
Tutto liscio sul primo scivolo ma quando arrivo all'altezza del primo salto finisco sotto la caduta d'acqua che arriva da sx e mi cappotto, per fortuna mi riesce subito un quick roll da manuale. Prendo un attimo fiato in morta, rapida, altra morta e via sul salto: accelero, stacco bene e plano leggero come una libellula (!!), vabbè per l'emozione mi capotto poi come un fesso dopo l'atterraggio nel lago ma va bene lo stesso.
Dopo di me è la volta di Cristiano. Da sotto io non vedo nulla al di là del margine del salto, ma mi viene poi raccontato che anche lui si capotta dove ho flippato io ma tribola molto di più e deve tirare due o tre eskimi sofferti. Tutto bene comunque, sul salto si tiene un po' più a sx del sottoscritto ma esce bene comunque.
E' poi il turno di Nunù e Uguzzo che però dopo aver visto Cristiano decidono di imbarcarsi a metà rapida e affrontare solo l'ultimo salto. Nunù cappella un po' sulla soglia e arriva giù piatto e di traverso ma per fortuna non rimane nel ritorno.
Uguzzo passa bene, anche lui però più a sx. Gli altri preferiscono trasbordare.

Volooooo


Cristiano


Poco dopo incontriamo un'altra doppia combinazione, con pendenza minore ma che trasbordiamo tutti, perché finisce in un buco chiuso a sx da una barra di roccia. Olli ci dirà poi che si fa ugualmente...

Dopo in trasbordo perdo gli altri, che si sono imbarcati su una diramazione minore, e mi trovo da solo.
Così perdo un po' di tempo a guardare tutti i passaggi... li ritrovo un paio di cento metri dopo, dove i rami si congiungono, che mi aspettano preoccupati, tranne un paio che sono già all'arrivo (meglio non fare nomi...) ...

Questa è stata per me la discesa più bella della vacanza e mi sono dilungato più di quello che avevo intenzione quindi per la Sjoa e il rientro rimando alla prox puntata.

venerdì, settembre 02, 2005

Norvegia 2005 2° puntata

Giovedì 11 pausa di riflessione. Il Baldo si reca al negozio di Voss per procurarsi un'altra canoa; ne esce con una fiammante riot big gun e una nuova pagaia robson, ma si dimentica di procurarsi una nuova corda, il che gli frutterà qualche battuta salace...

Nunz e Uguzzo partono per una pedalata nella valle del Raundalselva, un gruppone si reca in visita a Bergen; il sottoscritto con lo svizzero optano per una passeggiata lungo la Klaivelva, affluente brividoso del Raundalselva. Alla sera ci si ricongiunge tutti a Voss, dove ci raggiungono anche Roberto e Cristina.

Il venerdì mattina, seguendo una dritta di Steve e Cristiano che l'hanno fatto qualche dì prima scendiamo lo Strondelva, bel fiumetto di 3°/4° con una rapida un po' più impegnativa prima dello sbarco e il money drop, subito dopo, bel saltone assai impressionante che però necessità di più acqua per un ingresso pulito (e si che già così di h2o non ce n'è poca per i nostri standard...). Allo sbarco incontriamo una tedeschina o norvegesina giovane e minuta che ci conferma che sì lei l'ha fatto ma ci vuole più acqua!!

Il programma prevedeva il giorno stesso il trasferimento e la discesa del Mirkdalselva, ma una volta giunti a destinazione si decide di rimandare al giorno successivo.

Così viene fatto ma io rimango fedele alla mia precedente decisione di non imbarcarmi. Benchè molto bello non è il mio genere di fiume, mi mette tensione, troppi passaggi con una spanna d'acqua che rotola sulla pietra, un trasbordone faticoso ecc... Mi riposo e faccio le foto sui primi passaggi. Mi pare di ricordare dai racconti del dopo discesa che Nunzio abbia fatto un'altro bagnone mentre allo svizzero è sfuggita di mano la pagaia e se n'è andata da sola giù da un salto di 8 mt. e da allora se ne sono perse le tracce... Il Baldo lamenta mancanza di feeling con il nuovo mezzo.

Sono tutti soddisfatti ma un po' provati ragion per cui il giorno successivo la scelta cade sulla Jolstra, fiume di 3°/4° dal carattere più giocoso. All'imbarco il Cam-Peones cala l'asso e sfodera la sua Twin Tip esibendosi in Bow e Tail stall nonché in un pregevole loop strada facendo. Per la verità anche sulla Raudalselva si era esibito in un bel cartwheel con l'H2! Veneriamo sempre il nostro CamPeones!! (per sua stessa ammissione non capisce un cazzo di come si legge un fiume ma una volta che gli hai detto dove passare pennella con precisione millimetrica). Il fiumetto presenta comunque anche qualche bel passaggio che rende la discesa interessante anche per i possessori di barcùn...

Il sottoscritto allo sbarco della Strondelva

Steve sul Mirkdalselva

Poscia ci rechiamo in pellegrinaggio al ghiacciaio del Boyabreen, da cui prende origine il torrente teatro del tragico incidente a Max dello scorso anno. A parte queste considerazioni il posto è molto bello ed è impressionante vedere il ghiacciaio così vicino dal momento che siamo a soli 100 mt. sul livello del mare. Pernottiamo a Stryn.

Il lunedì ci vede on the road in direzione Valdall; percorriamo una strada meravigliosa che scende a picco sul Geiranger Fiord, uno dei fiordi più stretti e profondi della Norvegia, uno spettacolo.

Più tardi, sotto un cielo plumbeo, i temerari si imbarcano sul Valdallselva. Il fiume non mi pare niente de che e opto per schiacciare una pennica in furgone, mi diranno poi infatti che non mi sono perso molto.

In serata ci spostiamo nella valle della Rauma e la risaliamo in direzione di Dombas. Il fiume, ancorché estremissimo, è meraviglioso e mi rimette addosso una gran voglia di pagaiare. Leggo sulla piantina-guida del Simone (westgarth ndr) di un'Upper Rauma 4°/5° pool drop e inizio a stressare tutti per fare quello, anziché l'Ulva come nei programmi del Baldo. All'ingresso della valle dell'Ulva incontriamo Olli Grau con un gruppone di tedeschi. Ci dice che l'acqua è un po' bassa :-o e che va bene per il tratto lower (5°-6°), vabbè noi ce la faremo andare bene anche per l'upper...

Rapidone da paura su fiume sconosciuto

Cascata sul Rauma

Ci accampiamo nella valle dell'Ulva, il cielo è sempre nuvolo e fa un freddo porco. Per fortuna Uguzzo e l'incredibile sfoderano le loro doti di lupetti e predispongono un bel falò, intorno al quale la serata si snoderà sull'onda delle performace chitarro-canore di Nunù prima e di Steve dopo.